Il 7 dicembre scorso scadeva l’applicazione delle misure antidumping, in vigore nell’Unione Europea da 2 anni. La Commissione Europea ha deciso di prorogarle per almeno altri 15 mesi, condizionando ulteriormente lo sviluppo del fotovoltaico in Europa, che negli ultimi anni ha perso la leadership globale, sia in termini tecnologici che commerciali.
Misure antidumping e mercato del fotovoltaico
Sono molti i soggetti che credono che questa misura abbia contribuito a generare il crollo del settore negli ultimi anni in Europa, passata da 17 GW di installato nel 2012 e 265.000 occupati ed un ruolo dominante nel mercato globale, ai circa 7 GW e 120.000 addetti nel 2014 con ruolo secondario. Tra essi l’Europarlamento e 21 Associazioni di 19 differenti Paesi Europei, che ritengono dannosa l’applicazione del MIP (Minimum Import Price), che limita la competizione in un mercato mondiale in forte crescita, che beneficia oggi di prodotti di qualità e molto concorrenziali, anche grazie agli incentivi che negli anni passati e in maniera ingente paesi come Germania, Italia e Spagna avevano erogato proprio nell’ottica di far diventare competitiva la tecnologia fotovoltaica rispetto a quelle tradizionali. L’Europa pertanto è stata una forte finanziatrice dello sviluppo della tecnologia fotovoltaica, ma incapace poi di incassare le cedole degli investimenti fatti.
L’Italia ha subito negli ultimi anni altre avverse condizioni, quali il termine del sistema di incentivo Conto Energia, che invece di contribuire ad una graduale e controllata crescita del settore, ha generato assalti alla diligenza degli incentivi con modalità stop and go, per la necessità di rimodulare con i differenti programmi di incentivazione scelte improvvisate e di scarsa visione prospettica; oltre a ciò sono intervenuti aggiustamenti ed applicazioni di balzelli normativi, tariffari e fiscali, o di rimodulazione degli incentivi con frequenti aggressioni a diritti acquisiti. In Italia inoltre continuano a non mancare le campagne di cattiva informazione, sostenute da chi deve difendersi da una tendenza mondiale ed inevitabile verso il Green.
Ma il fotovoltaico italiano resiste: perché alleato di chi cerca sostenibilità ambientale ed economica; perché perno di qualsiasi strategia di efficienza energetica, sia industriale che residenziale, a cui abbinare a seconda dei casi altre tecnologie come ad esempio il monitoraggio, lo storage, la pompa di calore, il led, il termodinamico, la mobilità elettrica; perché viene applicato da aziende per migliorare la propria competitività e marginalità, anche in assenza di un incentivo, dimostrando che oramai in Italia siamo in Grid-Parity. Per questo molte nazioni, la Germania in testa, guardano a quello che sta succedendo in Italia, perché rappresentiamo un modello predittivo.
Anche il mantenimento delle misure anti dumping non frenerà questa rinascita del fotovoltaico italiano, finalmente condotta in chiave energetica e di sostenibilità ambientale, ancor più se ci sarà un’attenta vigilanza da parte delle autorità preposte sul pieno rispetto delle regole. E’ infatti inammissibile la presenza nel mercato di prodotti cinesi ri-etichettati in altri paesi e venduti a prezzi inferiori al prezzo minimo imposto, attualmente pari a 0,56 euro per watt, creando concorrenza sleale verso i produttori e le aziende che rispettano, in alcuni casi pur non condividendole, le norme.
VP Solar da sempre ritiene che il pieno rispetto delle regole rappresenti un valore imprescindibile, e su questo ha costruito la propria posizione di leadership nella Distribuzione.
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