E’ una delle possibili destinazioni che i produttori di auto elettriche e ibride stanno prevedendo.
Bloomberg New Energy Finance (BNEF) ha recentemente pubblicato un interessante report che stima per il 2025 un volume di circa 95 GWh di batterie al litio usate, non più performanti, per le quali trovare una collocazione alla fine della vita utile per la mobilità elettrica.
Possibilità di recuperare le batterie non performanti
I produttori principali, Daimler, BMW, Nissan e Tesla, stanno prevedendo due differenti scelte.
La prima: dedicare le batterie usate nella prima vita per la mobilità elettrica ad un uso meno intensivo ed esigente come quello dei sistemi di storage, in abbinamento ad impianti a fonti rinnovabili.
La seconda che prevede il riciclo dei componenti rigenerati per produrre nuove batterie, con un risparmio significativo.
Qualsiasi sia la strada intrapresa, risulta evidente la sinergia tra mobilità elettrica e sistemi di storage, in particolare residenziali, che possono assorbire una parte significativa di queste batterie da considerare esauste per un veicolo elettrico o ibrido.
Ed è forse questo uno dei motivi principali dell’interesse crescente dei produttori di auto elettriche verso i sistemi di accumulo per gli edifici, che possono diventare elemento essenziale nella strategia di sviluppo sostenibile nel mercato dell’e-mobility.
Affidabilità e performance dello storage derivato dall’automotive
Le incognite tecnologiche insite in questi processi sono correlate alla corretta considerazione che deve essere riconosciuta all’affidabilità che un sistema di storage deve comunque avere, con batterie che possono ciclare frequentemente sostenendo i consumi irregolari di un’utenza, abbinati ad una produzione da solare non programmabile, coerentemente con le future esigenze di reti sempre più smart, dove la condivisione dell’energia diventerà essenziale.
Lux Research ha dedicato lo studio “Reuse or Recycle: The billion-dollar battery question” a questo tema, indicando che un sistema di storage residenziale superiore a 11 kWh prodotto con batterie a fine vita relativamente all’uso automotive potrebbe oggi costare 4.600 dollari, rispetto ai circa 6 mila dollari di un sistema con batterie nuove di circa 7 kWh, ma la prima soluzione, seppur apparentemente più economica, potrebbe rivelarsi non affidabile, condizionando fortemente le performance e la vita utile del sistema.
Il mercato italiano dei sistemi di storage, con uno sviluppo in ritardo di alcuni anni rispetto a quello tedesco, può beneficiare delle esperienze maturate in Germania dove ci sono decine di migliaia di impianti già attivi da alcuni anni, che possono rappresentare una fonte molto preziosa di informazioni relativamente a performance e sicurezza dei principali prodotti.