I cambiamenti climatici che oggi trovano riscontro nelle temperature impazzite, negli uragani, nelle alluvioni, nelle siccità prolungate e nel livello dei mari in aumento, causano danni, sia materiali sia in termini di perdita di vite umane, sono ormai sotto gli occhi di tutti: si stima (Stern Review) che i costi vanno ben oltre quelli che potrebbero essere sostenuti per contrastarli, adottando politiche adeguate.
Gli eventi catastrofici incidono sulla ricchezza
L’attività economica ne è influenzata perché gli eventi catastrofici incidono sulla ricchezza delle famiglie e quindi sui consumi privati e sulla maggiore incertezza, ma anche sui fattori produttivi (distruzione di siti produttivi e di risorse).
Valutazione dei costi del contrasto ai cambiamenti climatici
Nella valutazione dei costi per agire, nel senso del contrasto ai cambiamenti, comunque si deve tener conto che parte delle strutture, delle tecnologie e del capitale, anche umano, diventerà obsoleto come ad esempio:
- perdita del valore delle azioni legati a tecnologie inquinanti;
- competenze umane impiegate nei settori “brown” (non green) potranno non trovare collocazione nel nuovo paradigma;
- parte del capitale e tecnologie saranno rese obsolete.
Benefici economici nel lungo periodo per la collettività
Ma i benefici economici nel lungo periodo per la collettività saranno notevoli:
- accelerazione degli investimenti green;
- spinta a nuove tecnologie più efficienti e performanti nei settori puliti;
- risparmio nella bolletta energetica, specie in paesi come l’Italia che deve importare prodotti energetici;
- risparmio sanitario per le patologie e le catastrofi climatiche.
Va comunque trovato un bilanciamento tra l’entità degli investimenti green e in che modo gli stessi verranno dosati, in modo da evitare shock troppo bruschi nel mercato e anche per allineare i provvedimenti con il resto del mondo, visto che impegni di un singolo continente avrebbero un effetto globale ridotto.