Il Governo italiano il 5 maggio ha inviato alla Commissione europea il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che contiene diversi ed importanti aspetti riguardanti l’ambito dell’energia rinnovabile, in particolare per il fotovoltaico, Comunità Energetiche e l’accumulo.
Nel documento innanzitutto si evidenziano i già importanti passi che l’Italia ha compiuto finora per la riduzione delle emissioni di gas serra, passate da 519 Mt CO2eq nel 1990 a 418 Mt CO2eq nel 2019 (- 19% circa), ma ancora parecchia strada è da compiere per raggiungere gli obietti fissati al 2030 e 2050 nel pianto PNIEC (in fase di aggiornamento).
Emissioni di CO2eq ridotte del 19% dal 1990 al 2019
Le emissioni italiane di CO2 (gas serra totale) sono sviluppate principalmente:
- nelle industrie energetiche per il 22%
- nei trasporti il 25%
- nel settore manifatturiero con un 12% per i consumi energetici e 8% per i processi industriali per un totale del 20%;
- nel civile (residenziale e servizi) circa il 19%.
PNRR: prima linea di intervento, incremento della quota di energie rinnovabili
Le prime tre cause di gas serra elencate sono quelle dove il PNRR focalizza l’attenzione, in particolare sull’incremento della quota di energie rinnovabili con interventi su:
- gli impianti utility-scale (grandi impianti) con riforme sui meccanismi autorizzativi;
- il segmento agro-voltaico, cioè la produzione di energia su terreni adibiti nel contempo alla produzione agricola arrivando a 1,04 GW di potenza installata a cui corrisponderebbe una abbattimento di CO2 di 0,8 Mt;
- lo sviluppo di Comunità energetiche ed impianti distribuiti di piccola taglia anche in abbinamento a sistemi di accumulo, specie in piccoli Comuni, con l’obiettivo di 2 GW di nuova capacità installata;
- soluzioni innovative e impianti offshore e a biometano.
Seconda linea di intervento il potenziamento e la digitalizzazione della rete elettrica
La seconda linea di intervento prevede il potenziamento e la digitalizzazione della rete elettrica, comprese le infrastrutture, per un equivalente intervento su 4.000 km di rete.
Risorse previste dal Piano
Le risorse previste dal Piano sono ricavate per la maggior parte dallo stanziamento RRF per 191,5 Mld€ e dal REACT-EU (per le spese dal 2021 al 2023), per un totale di 235 Mld€, delle quali quasi 60 Mld€ per la “missione” nominata Rivoluzione Verde e Transizione ecologica, di cui circa 24 per il comparto che comprende l’energia rinnovabile, l’idrogeno, la rete e la mobilità sostenibile.
Nello specifico, per l’ambito dell’energia rinnovabile sono stanziati:
– 2,2 Mld€ per le Comunità Energetiche e lo sviluppo dell’autoconsumo
– 1,1 Mld€ per lo sviluppo agro-voltaico;
– 1,9 Mld€ per lo sviluppo del biometano;
– 0,7 Mld€ per la promozione di impianti innovativi.
Il Governo stima un effetto importante del Piano per il rilancio dell’economia ed in particolare per la spinta alla transizione green che ormai non può più attendere.
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